String Figures Exhibition

20-21/01/2023 mostra ∞ STRING FIGURES ∞  transforming together ∞ exhibition

MA Eco-Social Design, 2022/23
Faculty for Design and Art, Free University of Bozen–Bolzano
4th floor in building F

Venerdì ∞ Friday
17:00 Visite guidate con i partner del progetto 1 ∞ Guided tours with partners of project 1, atelier F4.01
18:00 Inaugurazione ufficiale ∞ Official opening
19:00 Masteritivo

Sabato ∞ Saturday
11:00–17:00 Mostra ∞ Exhibition

↓ Italiano

In project 1, students of the Master in Eco-Social Design collaborated with the social cooperative OfficineVispa and other actors from Bolzano Don Bosco to co-create workshop formats and public interventions, which facilitate social-ecological transformations.

»…we require each other in unexpected collaborations and combinations, in hot compost piles.«

Donna Haraway, 2016

Heavy times. Crises and wars. Dark future perspectives. Radical changes are required urgently. What can about 30 students who just arrived from all around the world to study eco-social design in Bolzano–Bozen really do about all this in their first semester? Certainly, only humble micro-contributions. Little steps, which hopefully make them learn together with people and organizations from Don Bosco to make more and bigger steps towards solidary and sustainable modes of living and production in the future. 

Most students have never heard about Bolzano Don Bosco before. So, first they had to get into it, and get an understanding of its complexity. They tried to discover situated, micro-potentials related to big topics such as public space, urban commons, social empowerment, food sovereignty, social housing, circular economy, biodiversity, political pedagogy and youth. They engaged in collective dialogues, creative interventions and workshops. Step by step they developed formats for workshops and for interventions in public space, that in one way or another bring people, ideas and tools together to “do something”. In all their diversity all projects aim at facilitating collaborations and the beautiful experience that it is possible to do something together. To learn together in ways that feel free, light and empowering. This is not nothing in times that tend to be disempowering, leading people to withdraw, isolate, and above all to give up the idea of being able to change things together. Doing something together means acting differently within systems that reduce us to being competitors in work, school, consumption and even spare time. Ultimately, it can thus become an approach for not giving up hope completely.

All workshop formats and interventions can be repeated and adapted. They will be part of a festival later in this year. They are hopefully enabling more and bigger steps, which can be interconnected and become a movement. They can do so by empowering people to try out alternative futures in the present and cultivating lightness and mutuality, as an antidote to the dominating heaviness and lack of perspective. Armin Bernhard, formulated this beautifully in an Interview for the project KAUZ – laboratory for Climate Justice, Work and Future, 2022:

»Everyone has some idea of what paradise could be. But we don’t have to nail it down exactly. And so we set out and try something out. [In the process] it happens that we get lost, that we take detours, and so on. But we have to try out futures to see which of these futures is practical. Which of these futures we want. We also have to experience this future to some extent. Only when we experience it then do we also feel with our body what it means to live in this other future. And then our body also tells us in this dialogue, “Yes, maybe it’s good in this direction, or no, maybe it’s not so good.” In this respect, our attempt to shimmy along a utopia is a constant manoeuvring, a constant search movement that is not clearly defined, but is more defined by the fact that we are constantly discussing it.«

We thank OfficineVispa, and the many other people and organizations who gave space, time and resources, participated in workshops, collaborated, dialogued and supported the students’ projects in many ways. We are looking forward to your critical and creative feedback, and to future collaborations.

Nel progetto 1, gli student*esse del Master in Eco-Social Design hanno collaborato con la cooperativa sociale OfficineVispa e altri attori di Bolzano Don Bosco per co-creare workshop e interventi pubblici che facilitino le trasformazioni socio-ecologiche

»… dobbiamo diventare capaci di collaborare e mescolarci in modi inaspettati, in caldi cumuli di concime.«

Donna Haraway, 2016

Tempi pesanti. Crisi e guerre. Foschi scenari futuri. Abbiamo urgente bisogno di cambiamenti radicali. Cosa possono fare per tutto questo i circa 30 studenti appena arrivati da tutto il mondo per studiare design eco-sociale a Bolzano-Bozen nel loro primo semestre? Certamente solo umili micro-contributi, piccoli passi che si spera li facciano imparare insieme alle persone e alle organizzazioni di don Bosco a fare passi sempre più grandi verso stili di vita e di produzione solidali e sostenibili.

La maggior parte degli studenti non aveva mai sentito parlare del rione don Bosco di Bolzano. Per prima cosa hanno quindi dovuto inserirsi in questo contesto  e comprenderne la complessità. Hanno cercato di scoprirne le – seppur piccole – potenzialità per affrontare grandi temi come lo spazio pubblico, i beni comuni urbani, l’empowerment sociale, la sovranità alimentare, l’edilizia sociale, l’economia circolare, la biodiversità, la pedagogia politica e i giovani. Si sono impegnati in dialoghi, interventi creativi e laboratori. Passo dopo passo hanno sviluppato format per workshop e interventi nello spazio pubblico, che in un modo o nell’altro mettono insieme persone, idee e strumenti per “fare qualcosa”. Nella loro diversità tutti i progetti mirano a facilitare la collaborazione e la bella esperienza rappresentata dal fare qualcosa insieme. Imparare insieme in modi liberi, leggeri e responsabilizzanti. Questo ha una valenza ancora più importante in tempi caratterizzati dal  sentimento d’impotenza, che porta le persone a ritirarsi, a isolarsi e soprattutto a rinunciare all’idea di poter cambiare le cose insieme. Fare qualcosa insieme significa agire in modo differente in sistemi che ci costringono a competere al lavoro, a scuola, come consumatori e persino nel nostro tempo libero. Sostanzialmente il ‘fare insieme’ può quindi diventare un approccio per non abbandonare del tutto la speranza.

Tutti i formati e gli interventi del workshop possono essere replicati e adattati. Faranno parte, tra l’altro, di un festival che si terrà più avanti nel corso dell’anno. Ci auspichiamo  che questi interventi consentano di compiere passi più ampi, che possano essere interconnessi e diventare un movimento. Lo potranno diventare permettendo alle persone di sperimentare futuri alternativi nel presente, coltivare la leggerezza e la reciprocità come antidoto alla pesantezza dominante e alla mancanza di prospettiva. Armin Bernhard lo ha formulato magnificamente in un’intervista per il progetto KAUZ – laboratorio per la giustizia climatica, il lavoro e il futuro, nel 2022:

»Tutti hanno un’idea di cosa potrebbe essere il paradiso. Ma è impossibile stabilire con esattezza tale idea. Così ci mettiamo in cammino e sperimentiamo. [In questo processo] capita di perdersi, di fare digressioni, e così via. Ma dobbiamo sperimentare i nuovi futuri per vedere quale di questi potrà essere praticabile. Quale di questi futuri vogliamo. Dobbiamo anche vivere questo futuro in una determinata misura. Solo quando lo sperimentiamo, sentiamo anche con il nostro corpo cosa significa vivere in quest’altro futuro. E allora il nostro corpo ci dice: “Sì, forse va bene così, oppure no, forse non va bene”. In questo senso, il nostro tentativo di avvicinarci  un’utopia è una pratica costante, un movimento di ricerca permanente che non è chiaramente definito, ma diventa  più definito nel discuterne continuamente.«

Ringraziamo OfficineVispa e le molte altre persone e organizzazioni che hanno messo a disposizione spazi, tempo e risorse; che hanno partecipato ai workshop, collaborato, dialogato e sostenuto i progetti degli studenti in molti modi. Siamo impazienti di ricevere il vostro feedback critico e creativo e di poter collaborare in futuro.